Santa Maria di Leuca è lo spartiacque tra il mar Ionio e il mar Adriatico. Lunghi tratti di arenile si alternano a costa alta a strapiombo sul mare con un'acqua trasparente e straordinariamente limpida.
Partendo dall'Albergo del Santuario e scendendo in direzione della Marina di Leuca la costa è frastagliata con piccoli tratti di spiaggia costellati dalle tipiche "bagnarole", costruzioni che i nobili dell'800 utilizzavano per accedere al mare. Sul lungomare sono presenti tre stabilimenti balneari per un tuffo, nelle acque più a sud della penisola italiana, in tutta tranquillità.
Proseguendo sul versante dello Ionio, verso Gallipoli, ci si imbatte in alcune attraenti località, prima tra tutte "Ciardo" una piccola baia con costa prevalentemente frastagliata, poi la marina di "Felloniche" con spiaggia e costa bassa, l'insenatura di "San Gregorio" con i resti dell'antico porto messapico, molto suggestiva e meta di tanti turisti e "Torre Vado" tra vigneti e suggestivi muretti a secco.
Da Torre Vado fino a "Torre San Giovanni", marina di Ugento, la costa è un lunghissimo arenile. Si incontrano "Posto Vecchio", marina di Salve, meglio conosciuta come "le Maldive del Salento", grazie alla sua sabbia dorata che rende il colore del mare di un verde smeraldo. E' tra i tratti di costa più belli di tutta la Puglia. Tornando sul piazzale della Basilica, nostro punto di partenza, ci inoltriamo, questa volta, sul versante adriatico; questo tratto di costa è caratterizzato da una scogliera alta e particolarmente affascinante. Il primo accesso al mare e a 4 km con il canalone del "Ciolo". Un piccolo sentiero, porta al paese di Gagliano del Capo tra macchia mediterranea ed icone votive scolpite nella roccia. Al mattino si possono ammirare, nelle giornate limpide e senza nuvole, le montagne innevate dell'Albania e le isole della Grecia.
Proseguendo in direzione di Otranto troviamo marina di Novaglie, Marina Serra e Tricase Porto, per segnalare le località più conosciute. Tanti sono gli accessi al mare per un tuffo nelle acque limpidissime dell'Adriatico dove anche in agosto ci si può fermare a prendere il sole con tranquillità. Per finire questo itinerario Castro, Santa Cesarea Terme e Otranto, la città degli Ottocento martiri.
L'azione corrosiva dell'acqua dolce e la furia del mare hanno creato, in milioni di anni, spettacolari grotte che a Santa Maria di Leuca sono meravigliose e tutte con nomi alquanto spittoreschi.
Poche le insenature che si possono visitare via terra, quasi tutte sono visibili dal mare. Il versante adriatico, con le grotte di levante, offre, dal punto di vista spettacolare, il paesaggio più bello, con cavità rocciose a picco nell'azzurro intenso del mare. Le prime che si incontrano, alle spalle del porto, sono le grotte Cazzafri, tre cavità che coincidono con le opere terminali dell'acquedotto pugliese; poi la grotta degli innamorati o del Morigio.
Superata punta Meliso lo sguardo viene rapito dalle tre insenature di Terradico, dalla grotta di Porrano, di Verdusella, dell'Ortocupo con la grotta del soffio, dove si può entrare con una breve immersione. Una volta all'interno si gode di uno scenario unico, un’esperienza veramente da non perdere.
Proseguendo ci si imbatte con la maestosità della grotta della Vora, la più grande, alta 25 metri e lunga oltre 40 metri; a seguire la grotta Giuncacchia e il complesso delle Mannute, una serie di grotte dalle forme più stravaganti.
Dal versante di ponente si possono visitare, solo dal mare, diverse grotte quali quella del Cerchio, di Mesciu Scianni, del Fiume, del Presepe, di Titti, la grotta tre Porte, dei Giganti, della Stalla e infine la grotta del Drago.
Meritano un discorso a parte la grotta Porcinara e la grotta del Drago, quest'ultima si può visitare da mare e da terra. La grotta Porcinara, nelle vicinanze di Punta Ristola, è stato un santuario, tappa obbligata dei naviganti che provenivano dalla Grecia. Presenta due ambienti ed è ricca di iscrizioni, negli ultimi anni ci sono stati diversi interventi di restauro e consolidamento.
Ricca di storia e testimonianze del passato la grotta del Diavolo, profonda 30 metri ed alta 15. La grotta, per i reperti rinvenuti è di particolare interesse paleontologico. La prima campagna di scavi è stata eseguita da Ulderico Botti nel 1870. Molti reperti sono conservati nel museo di Lecce e Maglie.