Marina di Leuca
Dal promontorio japigeo si ammira, in tutta la sua bellezza, la marina di Leuca scelta dalle nobili famiglie del Salento come dimora estiva dalla metà dell’800.
Le splendide ville sono un affascinante itinerario, un’esplosione di stili, dallo ionico al francese, dal moresco al cinese. Gli interventi di ristrutturazione degli ultimi anni le hanno portate al loro iniziale splendore.
Per chi ama la storia antica, Leuca, offre mille spunti di approfondimento.
Le origini, come spesso accade, sono avvolte nel mistero, tra suggestive leggende ed ipotesi.
Su punta Ristola, tra costruzioni che ci ricordano la prima e la seconda guerra mondiale, si trova la grotta del Diavolo lunga 40 metri, di grande interesse paleontologico. A poche decine di metri è ubicata la grotta Porcinara ricca di iscrizioni greche e latine. L’itinerario tra le grotte può proseguire via mare. Tra la costa alta a strapiombo del mar Adriatico, si possono ammirare le grotte Cazzafri, Verdoselle, Terradico, Porrano, Grandosecchia, Ortocupo, delle Ciole, per citare le più importanti.
Sul versante ionico la costa è più facilmente accessibile, ma per visitare le grotte occorre anche in questo caso noleggiare una imbarcazione o aggregarsi alle numerose escursioni che partono ogni giorno dal porto. Da segnalare la grotta del Cerchio, del Bambino, del Presepe, Tre Porte, dei Giganti, della Stalla e del Drago.
Se a Leuca si giunge dalla litoranea ionica non si può non notare la torre vecchia o dell’Uomo Morto. Fu fatta costruire per difendere la marina dalle incursioni devastatrici, frequenti nei secoli scorsi. Di torri di difesa il litorale era pieno, molte però sono andate distrutte, di altre ne restano solo i ruderi, come torre Marchiello.
Basilica de finibus terrae
La Basilica affonda le sue radici ai primordi del cristianesimo. Essa sorge là dove c’era stato il tempio dedicato alla dea Minerva del quale, entrando in Chiesa, sulla destra, si conserva un cimelio: l’ara o una parte di essa, su cui venivano offerti dai Leuchesi i sacrifici alla Dea.
La tradizione vuole che a Santa Maria di Leuca sia sbarcato il Principe degli Apostoli -S. Pietro-, proveniente dall’Oriente per recarsi a Roma.
Il Santuario è stato distrutto ben cinque volte dalla forza devastatrice dei Turchi e dei Saraceni ed era stato ricostruito sempre seguendo più o meno gli stessi muri perimetrali. La prima si ebbe in seguito all’editto di Diocleziano e di Galerio (293-311) che ordinava la demolizione di tutte le Chiese. Per questo editto anche la Chiesa di Leuca venne rasa al suolo. Riedificata la nuova chiesa e dedicata a Maria salutata dall’Angelo, fu consacrata il 1° agosto del 343 dal Papa Giulio I, il quale, tornando dalla visita ai luoghi santi si fermò a Leuca
In quella circostanza, afferma l’Arditi, il Papa arricchì il Santuario di numerose indulgenze. Si dice che durante la celebrazione Eucaristica del Pontefice piovvero dal cielo foglietti con le prescrizioni necessarie per poter avere le indulgenze (Arditi, Pirreca, Tasselli, ecc.)
La Chiesa subì ancora varie devastazioni, e solo nel 1507 i Del Balzo fecero ricostruire il Santuario e lo arricchirono di una bellissima immagine della Madonna con il Bambino, opera di un discepolo del Tiziano, Giacomo Palma junior, commissionata dal vescovo Giacomo del Balzo. Questa immagine sostituiva quella dipinta dallo stesso S. Luca su commissione dei Leuchesi e poi quella di Giacomo Palma senior. Distrutto per l’ennesima volta dalla furia dei Saraceni e dei Turchi, il Santuario fu ricostruito nell’anno 1720 dal vescovo del tempo Mons. Giovanni Giannelli (1718-1743), nel 1720.
Egli utilizzò i muri perimetrali della chiesa precedente che era a tre navate. Le navate laterali sono state poi assorbite dalle cappellette, dove ora risiedono gli altari dedicati ai vari santi mentre si pensò di allungare l’unica navata ora esistente. Per evitare ulteriori distruzioni da parte dei Saraceni invasori Mons. Giannelli ebbe una felicissima idea. Fece mascherare il Santuario da abitazione civile, facendone quasi una fortezza a due piani sopraelevati con tre finestre per ciascun piano. Tale costruzione, fortificata da due speroni antistanti l’atrio e sormontati da due statue, presenta sul portone centrale, tra i due contrafforti, una spia architettonica che permetteva l’offensiva contro gli invasori, con le armi del tempo: olio e acqua bollente. Se poi qualcuno di essi riusciva a penetrarvi dentro, attraverso una piccola buca, ancora visibile al centro dell’atrio, venivano, per difesa, lanciate delle pietre. Della vecchia chiesa è rimasto solo il portale interno del 1500.
Santa Maria di Leuca
Santa Maria di Leuca, seduce e coinvolge l’animo umano, con le sue grotte rocciose, con le sue ville, tutte uniche per lo stile e la particolarità, con le sue preziose vedute, con la musicalità della sua natura.
È il luogo di incontri, in cui infinite emozioni s’intrecciano, tra il fascino degli ulivi secolari, le petrose “paiare” e il dolce suono dell’onda che muore tra gli scogli.
Da Punta Meliso a Punta Ristola è tutto un tripudio di colori, il mare con i suoi fondali ricchi di tesori e il cielo blu velluto dipinto di stelle. Zampillio di profumi ed odori dispersi nel tempo, si confondono dentro i riflessi grandi della sera.
(Rds)